Viaggiare in Nepal dopo la Costituzione

Il 20 Settembre il Nepal ha promulgato la sua nuova Costituzione in sostituzione di quella temporanea in vigore dal 2007, che era stata istituita a seguito dello storico passaggio dello stato Himalayano da Regno a Repubblica Federale.

La Costituzione del 2015 ha portato a numerose proteste e scontri, organizzati dalla coalizione composta dal maggiore partito dell’opposizione (Maoista) e quello rappresentante l’etnia dei Madhesi, che hanno avuto avuto come conseguenza la reazione della Polizia locale, e l’uccisione di oltre 40 persone.

La ragione fondamentale che ha portato alle proteste è ancora una volta di tipo etnico/religioso. Nel nuovo testo vengono infatti lasciate fuori le “minoranze” (i Madhesi costituiscono in realtà la metà della popolazione del Nepal..) indigene Tharu, Dalit e appunto Madhesi, che si aspettavano invece un pieno riconoscimento dopo anni di lotte assieme ai Maoisti nella Guerra Civile che ha insanguinato il Nepal negli anni 2000.
Inoltre viene specificato nella nuova Costituzione che il Nepal deve essere considerato uno stato laico, facendo infervorare gli Hinduisti (tra cui anche i Madhesi) che rappresentano oltre l’80% della popolazione.

In tutto ciò l’India, col pretesto di portare aiuto ai Madhesi che sono in prevalenza di origine Indiana, sta vedendo una grossa opportunità di aumentare la sua influenza sulla regione, e ha quindi (non ufficialmente) generato un “embargo” sulle vie di comunicazione da/verso l’Himalaya, da cui il Nepal dipende quasi totalmente per gli approvvigionamenti di ogni tipo.

Conseguenza sono rallentamenti nei voli interni e internazionali, e disagi in genere a tutti quanti viaggiano nel paese.
Ricordo inoltre che ancora vi sono regioni come il LangTang che sono state fortemente colpite dal terremoto di qualche mese fa, e che non sono ancora affatto pronte a ricevere i viaggiatori